Una nuova agorà per mettere al centro l’antico processo di appassimento delle uve nella riorganizzazione degli spazi direzionali. Una struttura architettonica pienamente coerente con il paesaggio della Valpolicella per una reinterpretazione in chiave contemporanea delle caratteristiche marogne.

Alcune immagini del work in progress

Un progetto architettonico ambizioso che incarna in ogni suo elemento compositivo la relazione simbiotica tra la storica cantina Masi e il territorio nella quale è immersa.
È la nuova sede Masi “Monteleone21”: un progetto dello Studio Architetti Mar di Venezia con l’arch. Vittorio Cecchini, che è attualmente in fase di completamento.  È proprio al suo interno che si è svolto lo scorso 14 ottobre 2022, alla presenza di un pubblico internazionale di giornalisti, imprenditori e autorità, l’evento celebrativo della 250esima vendemmia della storica cantina veronese, simbolo non solo di eccellenza produttiva ma anche punto di riferimento internazionale per la cultura enologica del Veneto. 
La speciale ricorrenza è stata occasione anche per la consegna del 41° Premio Masi che sin dalle origini valorizza e porta nel mondo il rinnovarsi delle eccellenze delle Venezie. A ottenere la massima onorificenza del Premio Masi quest’anno sono state la Procuratoria della Basilica di San Marco a Venezia, premiata per il contributo alla preservazione dei valori della Civiltà Veneta, e il “Great Wine Capitals Global Network” – rete delle Grandi Capitali del Vino Mondiali  per l’attuale fondamentale contributo alla ‘Civiltà del Vino’.

“E’ stato emozionante – spiega Giovanna Mar, titolare dello studio di architettura, presente all’evento – vedere per la prima volta prendere vita questo spazio, in un’occasione così prestigiosa. Il progetto architettonico che abbiamo sviluppato prevedeva proprio che la cantina potesse interpretare al meglio la propria vocazione di fulcro culturale del territorio. Obiettivo raggiunto proprio l’elemento più caratteristico dell’intero progetto: una grande piazza coperta, intesa come luogo di incontro in prossimità del cuore della produzione dei vini  più rinomati e preziosi della Valpolicella: il ‘fruttaio’. Un’agorà caratterizzata da un cassettonato in calcestruzzo che reinterpreta le suggestioni delle grandi architetture e opere di ingegneria italiane degli anni ‘50/60 dove autori come Nervi facevano coincidere, nel linguaggio dell’architettura, la struttura con la forma”. 

Alcune immagini del Premio Masi 2022 che si è svolto all’interno della nuova sede Masi

Anche in questo caso struttura e forma coincidono, connotando lo spazio della piazza circolare in modo originale e definito con il risultato di accentuare la centralità della corte circolare, luogo in cui avviene il collegamento con il piano superiore, spazio aperto in cui, a contatto con le viti, si può  rimirare il paesaggio della Valpolicella  e le sue marogne.

Il fruttaio per l’appassimento delle uve, altro luogo centrale del progetto, il primo ad essere percepito quando si entra nell’edificio, assume dimensioni monumentali. Colonne di “arele” colme d’uva svetteranno per 12 metri d’altezza, consentendo all’uva di appassire anche grazie alla ventilazione naturale, e al visitatore di cogliere il valore e l’importanza che per questa terra ha l’antico processo di appassimento, alla base dei suoi migliori vini.

Il progetto, che amplierà la cantina esistente con nuovi spazi funzionali all’attività direzionale e produttiva, nella sua parte emergente dialoga con il paesaggio della Valpolicella, facendo propri e reinterpretando i segni più caratteristici e fondativi del territorio, quali le marogne (i muretti a secco costruiti per consentire la coltivazione della vite sui declivi delle colline).

L’idea generatrice alla base del progetto è proprio la lettura dei segni del paesaggio: l’andamento delle marogne viene ripreso virtualmente dai vari piani del fabbricato e l’irregolarità delle curve naturali del terreno si può percepire attraverso l’articolazione e la convergenza dei singoli corpi che andranno a comporre il volume. 

“L’architettura contemporanea – conclude Giovanna Mar – non può prescindere dall’interazione con l’ambiente e dal rispondere in modo strutturale ad una forte domanda di sostenibilità e integrazione con il paesaggio. Il progetto della cantina Masi è emblematico di una ricerca di profonda coerenza tra forma e sostanza, vuole essere il luogo in cui si esprime al massimo il ruolo centrale di questa cantina storica nel panorama enologico del Veneto”. 


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